Nuovo capitolo per la leggenda della musica Lou Reed che ieri sera ha offerto un indimenticabile concerto in un Vittoriale gremito come non mai di fan del chitarrista e cantautore statunitense.Pochi fronzoli e niente suspance, Il vecchio del Rock precursore del punk, noise, new wave, lo-fi, rock jazz ed alternativ, entra in scena insieme alla sua giovane Band, composta in parte dal Metal Machine Trio, il sassofonista Ulrich Krieger e Louis Calhoun ai computer e l'aggiuta del bassista Rob Wasserman, Toni Diodore e Joseph Aram Bajakian alle chitarre, Kevin Hearn alle tastiere e Tony Thunder Smith alla batteria.
Il tempo di imbracciare la sua chitarra e lo show può iniziare. Il ritardo di 45 minuti sull'inizio previsto viene subito ampiamente ripagato dalle dissacranti, furiose e commoventi interpretazioni e rivisitazioni di storiche canzoni che si susseguono nella serata, come, reggetevi forte: “Who Loves The Sun“, “Senselessly Cruel“, “Temporary Thing”, “Ecstasy“ e “Smalltown“, “Venus In Furs” e “Sunday Morning“, “ Femme Fatale“. “Fly Into The Sun“, e “Sweet Jane“. L'ossessivo sax di “All trough the night”, la versione acustica con contrabbasso e violino di “Ecstasy” e la durissima rivisitazione di “Waves Of Fear“ sono capolavori da incorniciare nella storia della musica.
Subito capiamo che quello che stiamo vedendo e sentendo non é il Lou Reed che conosciamo, quello che ricordiamo con i Velvet Underground. E' qualcosa di più. L'eta si sente e si vede. E' un Lou Reed meno maledetto e più maturo, un artista che non nasconde l'incertezza del suo passo a sostegno del suo mito, e la capacità di strappare un emozione forte, contrastante ed innovativa lo rende ancor più mito. Ogni ruga del suo viso ci racconta una storia e Lui é la storia. La standing ovation del Vittoriale arriva sulle note di “Charley’s Girl“, “The Bells“ e “Pale Blue Eyes“ eseguite nel richiestissimo bis, e che regala il primo “thank you” della serata al pubblico, prima che Lou Reed esca dalla scena.
Rocker, poeta e artista totale nella scena newyorchese, con Andy Warhol, David Bowie ed i Velvet Underground, Lou Reed é la sintesi e mito di una stagione aperta a sperimentazione e linguaggi innovativi e questa sera ne abbiamo capito il motivo.
A questo punto non ci resta che aspettare il prossimo capitolo della produzione discografia del genio del rock Lou Reed dal nome “Lulù”, album realizzato con il gruppo rock metal dei Metallica, in uscita il prossimo novembre, che siamo certi, riserverà nuove ed incredibili sorprese.
il Sonico
Giudizio: Ottimo
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